ESPRIT

Ragusa Foto Festival: Oltre l’apparenza (anche in pellicola)

di Paola Sammartano
C’è molta fotografia analogica al Ragusa Foto Festival 2025. Le mostre sono aperte fino al 28 settembre ed è un’occasione per vedere nuove idee in fotografia, godersi l’incredibile barocco della città (non per nulla è inclusa nella lista del Patrimonio UNESCO) e magari riprendere architetture e paesaggi unici nella luce di fine estate. Il cuore del Festival è Ibla, il quartiere più antico di Ragusa e Oltre l’apparenza è il concept che ispira l’evento: un invito rendere visibile ciò che spesso diamo per scontato grazie alla fotografia. Questo è il fil rouge da seguire attraverso i progetti di fotografi affermati e giovani artisti, come Jessica Backhaus, Stefano De Luigi, Charles Fréger, Maria Lax, Maud Rallière, Alessia Rollo, Johannes Seyerlein, Cristina Vatielli, Francesca Todde (in Residenza a Ragusa), Flora Mariniello e Antonello Ferrara (migliori portfolio 2024). Ma anche il corto “Compagni di Viaggio”, diretto da Sara De Martino, il lavoro site-specific degli studenti di IED Roma e molte altre occasioni di cultura d’immagine.
Come si diceva, la fotografia argentica risulta ben presente in questa XIII edizione. “Si rileva, in effetti, un ritorno alla fotografia analogica, ritorno che va di pari passo con quello del libro. La smaterializzazione, che da un lato ha portato a una ‘democratizzazione’ dell’uso del linguaggio fotografico, dall’altro ha stravolto alcuni dei principi fondamentali della fotografia, a partire dalla sua fisicità. Si percepisce la necessità di riappropriarsi fisicamente dell’oggetto fotografia. Influiscono anche il valore dell’attesa (la fotografia analogica, come il libro, ha tempistiche proprie), l’incertezza del risultato (il che dà la possibilità di non definirsi a priori), la sorpresa, l’indeterminatezza e il prendere atto della distanza tra il momento dello scatto e la visione”, spiega il direttore artistico del Festival, Massimo Siragusa.
Tra chi ha usato l’analogico, Jessica Backhaus, dice che scegliere la pellicola per il progetto Jesus and the Cherries, “sembrava il mezzo più naturale per questo progetto realizzato a Netno, paese nella campagna polacca preso a simbolo della trasformazione seguita alla caduta del muro di Berlino. La fotografia analogica evoca l'estetica visiva del tempo (la morbidezza, la grana e la bellezza imperfetta della pellicola) e ha un significato simbolico ed emotivo. A quel tempo, la pellicola non era solo uno standard tecnico, ma il mezzo attraverso cui si registravano le storie personali e collettive. Inoltre, l’approccio più lento e deliberato mi ha permesso un contatto più profondo con i miei soggetti e con l'ambiente”.

Anche Alessia Rollo ha realizzato Parallel Eyes, in cui ridefinisce gli stereotipi con cui è stato raccontato il Sud Italia, ricorrendo anche alla fotografia analogica, “in alcuni casi in ripresa quasi sempre in stampa. Ho iniziato a lavorare sulle foto d’archivio degli anni ’50, che per forza di cose erano in analogico”. Ha deciso poi “di intervenire su di esse con varie tecniche di manipolazione, elaborando in chiave contemporanea il patrimonio iconografico d’epoca” per restituire a quelle immagini magia e ritualità. “Della fotografia analogica apprezzo la caratteristica meditativa e, nel caso del mezzo formato, la capacità di farsi quadro”, aggiunge.


“Lavorare lentamente con la fotografia analogica è un processo ‘contemplativo’, specie se si usa una fotocamera di grande formato”, dice Johannes Seyerlein, “Ecco perché preferisco la tecnologia analogica per le serie fotografiche artistiche: è stato essenziale, ad esempio, per trovare un linguaggio visivo adatto al progetto Sacred Interspaces”, in cui vengono documentate, in molti Paesi europei, le sacrestie, luoghi particolari e pieni di fascino, dove spiritualità e materialità si incontrano.


Televisiva è un progetto che va dal 1994 (si scattava ovviamente in pellicola) al 2009, periodo storico-politico dell’Italia caratterizzato dall’entrata in politica di Silvio Berlusconi. Stefano De Luigi lo ha realizzato lavorando con pellicola bianco e nero 400 ISO (spesso tirata a 1600 ISO), perché, spiega, “ne apprezzavo la materialità (grana, negativo, provino). Il bianco e nero era funzionale a creare una distanza tra il flusso d’immagini che le persone vedevano in televisione (a colori) e i momenti che reputavo importanti delle trasmissioni: ‘congelandoli’ in una fotografia, la mia speranza era (ed è) che la gente si rendesse conto di ciò che stava guardando.
Al Ragusa Foto Festival13 sono in mostra anche i progetti selezionati con due call internazionali. Per la prima, dedicata alla fotografia analogica e realizzata in collaborazione con il collettivo Analog Milano, sono esposti i lavori di Andrew Rovenko, Danae Panagiotidi, Melisa Oechsle, O’Shaughnessy Francis e Cataldo - De Marzo (oltre 250 le candidature). La fotografia argentica non manca neanche nei lavori dei 40 autori (quasi 150 le candidature da tutto il mondo) del Circuito OFF del Festival, curato da Alfredo Corrao ed Emanuela Alfano con la collaborazione del Circolo Fotografico ASA 25.
Ragusa Foto Festival, ideato e diretto da Stefania Paxhia, prodotto dall’Associazione APS ANTIRUGGINE, è patrocinato dalla Commissione italiana UNESCO e supportato da istituzioni pubbliche e private, tra cui: Comune di Ragusa, Libero Consorzio Comunale di Ragusa, Fondazione Cesare e Doris Zipelli, Fondazione Con Il Sud e Regione Siciliana.

Ragusa Foto Festival: Oltre l’apparenza
Fino al 28 settembre 2025
97100 Ragusa - RG
https://www.ragusafotofestival.com/
https://unesco.cultura.gov.it/en/projects/late-baroque-towns-of-the-val-di-noto-south-eastern-sicily/

PDF: Ragusa Foto Festival: Oltre l’apparenza (anche in pellicola) di Paola Sammartano
Link: vai al sito
YouTube: vai al sito