CURIOSITE'

60 ANNI FA: La pellicola elvetica TELCOLOR (nel 2024 sono 74 anni fa)

Traduzione a cura di Felix Bielser

Se oggi le giovani generazioni difficilmente ricordano le pellicole per diapositive, come potrebbero sapere che una volta venivano prodotte perfino in Svizzera, a Friburgo? Lo storico del cinema Gert Koshofer ha studiato la storia e riferisce le proprie esperienze.
Friburgo 1946: Un uomo di 46 anni scese dal suo chalet nell’“Impasse de la Butte” fino alla Tellko SA in Rue de l’Industrie con il modellino di una piccola macchina sotto il braccio. Aveva costruito una emulsionatrice di prova nel seminterrato del suo chalet e voleva dimostrare alla direzione della Tellko che era possibile produrre anche carta a colori. Questa piccola azienda è stata fondata 88 anni fa, nel 1935, da tre italiani a Friburgo e in precedenza produceva solo materiale fotografico in bianco e nero di tutto rispetto.

La Tellko nella Rue de l’ Industrie in Fribourg negli anni ‘50 (2)
Il Dr. Wilhelm Schneider e i suoi meriti
L'uomo con la piccola macchina non era altri che il Dr. Wilhelm Schneider (1900-1980). A metà degli anni '30 creò presso Agfa in Germania le basi essenziali per il processo Agfacolor, con il quale dal 1936 si potevano produrre pellicole diapositive in rullo e successivamente anche materiali negativi/positivi a colori per la fotografia e per il cinema. Dal 1941 diresse i laboratori scientifici di fotografia a colori presso la fabbrica di pellicole Agfa di Wolfen. Questa fabbrica cadde nelle mani dei vincitori sovietici nel 1945. Ma il Dott. Schneider riuscì a fuggire a Monaco al seguito degli americani (che avevano inizialmente conquistato Wolfen), dove nel febbraio 1946, su sollecitazione del colonnello americano Ranger, stese un manoscritto dal titolo enigmatico “Guida al processo Agfacolor per tutti”. “Prendiamo il cervello” era il motto dei liberatori anglo-americani della Germania, ora si impossessarono delle ricette e dei brevetti del paese sconfitto, tra i quali c’era anche il prezioso processo Agfacolor, di cui il Dr. Schneider sapeva tutto.

Dr. Wilhelm Schneider fotografato davanti al suo chalet a Friburgo nel 1952 (1) Ma non è per questo che Tellko lo invita a trasferirsi a Friburgo nel giugno 1946: le interessa ottimizzare i suoi materiali in bianco e nero. Nel suo consiglio d'amministrazione faceva però parte il signor Sandoz, scultore e multimilionario, anch'egli imparentato con l'omonimo industriale chimico. Quest’ultimo era molto interessato alla fotografia a colori e diede al Dr. Schneider l'opportunità di concretizzare i suoi progetti come direttore tecnico della Tellko e di produrre in fretta carta a colori sull’impianto di stersura esistente. A questo punto mancava solo la pellicola negativa a colori prodotta in casa, di lì a poco arrivarono sul mercato quelle “straniere” di Agfa, Gevaert in Belgio e Ferrania in Italia e il Dr. Schneider conosceva l'importanza in arrivo delle carte fotografiche a colori sul mercato. Tuttavia, anche la pellicola negativa e la carta Ferraniacolor sono state realizzate grazie al Dott. Schneider e Tellko. Nel settembre 1948 Ferrania aveva firmato un contratto con la Tellko per ottenere precisi protocolli di produzione per pellicole e carte a colori dalla Svizzera. Il Dott. Schneider stesso si recava spesso in Italia per consigliarli.

Vari prodotti della Tellko: pellicole negative a colori da 35 mm Telcolor, pellicole in rotolo e in piane (sopra), carta in bianco e nero Lonex e pellicole Telcolor da 35 mm per luce diurna e artificiale (sotto).

Progressi presso Telcolor
Ma nel 1950, dopo quasi cinque anni di lavoro autonomo, arrivò il momento: in Svizzera venne introdotta sul mercato, la pellicola Telcolor 35mm per 20 pose e la carta Telcolor. Nel 1951 seguirono le pellicole in rullo e in piane che poterono essere presentate anche alla Mostra fotografica e cinematografica di Zurigo. Un articolo della stampa tedesca affermava: "Le immagini esposte fino a una dimensione di 50 x 60 cm (...) erano caratterizzate da un'elevata brillantezza dei colori e fedeltà naturale e ciò che era particolarmente evidente, erano i bianchi che non mostravano più alcuna dominante colorata (...)”Alla Telcolor, il Dott. Schneider - in team con i chimici Agfa Dres. Dehio, Fröhlich, Mareis, Schilling e Tanzen, che lo seguirono fin da subito a Friburgo - hanno ottenuto importanti miglioramenti nel processo Agfacolor su cui si basa Telcolor: 1. una calibrazione universale del negativo pellicola per riprese a scelta sia in luce diurna o artificiale, 2. lo sviluppo supplementare di una maschera argentica per il controllo del contrasto, 3. l'eliminazione dello strato filtrante giallo nella carta a colori e 4. la sua lavorazione più semplice. La carta Telcolor è stata lavorata con due soli bagni, i bagni di sbianca e di fissaggio sono stati combinati. Lo sviluppo di pellicola e carta era stata rilasciata, ma all'inizio laboratorio di sviluppo della Tellko venivano realizzate due strisce di provini a contatto della pellicola su carta Telcolor, comprese nel prezzo della pellicola. Uno è stato filtrato per la riproduzione della luce diurna, l'altro per la riproduzione dei colori con la luce artificiale. Questo è stato utile per l’ordine di copie e ingrandimenti. In termini di colore, si dice che i primi negativi Telcolor e le immagini su carta fossero gli stessi di Ferraniacolor perché Ferrania acquistò i copulanti colore da Tellko. In compenso Ferrania ha fornito la base per le pellicole cinematografica per Telcolor.

Prima pagina di una brochure Telcolor dei primi anni '50. La foto è stata scattata dal Dott. Wilhelm Schneider e la sua segretaria gli servì da modella. (1)
Rilevato da Ciba
La sensibilità della pellicola negativa Telcolor era inizialmente bassa come quella di altre pellicole negative a colori europee in luce diurna a 13/10 °DIN (ISO 16/13°) e in luce artificiale a 14/10 °DIN (ISO 20 /14°). Nel dicembre 1960, la Tellko venne rilevata dalla Ciba. Nel 1963 venne lanciata sul mercato la pellicola negativa Telcolor ad alta sensibilità con 16 DIN (ISO 32/16°), sebbene non più prodotta dalla stessa Tellko, ma fornita da Ferrania. L'interesse principale ora risiedeva nel processo di sbiancamento del colorante d'argento, ovvero Cibachrome, il predecessore degli odierni materiali Ilfochrome. Il Cibachrome venne presentato nella primavera del 1962 al “Photorama 62” al Centro Congressi di Zurigo e poco dopo nel marzo 1963 alla Photokina di Colonia. Nell'aprile 1964 Ciba creò in Svizzera un servizio di stampa di immagini amatoriali come mercato test. Per 2,50 franchi si poteva avere a Friburgo un'immagine 9 x 13 cm realizzata con Telchrome e altre pellicole per diapositive - su "Cilchrome-Print", come fu temporaneamente chiamato il materiale con riferimento alla collaborazione tra Ciba e Ilford e Lumière. Nel 1967 la deludente prova pratica per i fotoamatori terminò e il Cibachrome fu prodotto esclusivamente come materiale professionale.

Telcolor Test- und Pubblicità scattata sul Lago di Neuchâtel all'inizio degli anni '50 (2)
Da Fribourg al mercato mondiale
Torniamo alla dia Telchrome: questo è stato, della Ciba Photochemie, il successore delle pellicole per diapositive Telcolor, sviluppabile come Negativo colore, negativo bianco/nero e dia colore. Il primo tipo, ancora a bassa sensibilità (IS0 16/13°), fu prodotto anche come pellicola in rullo dal 1953 al 1955. Nel 1958 venne lanciata sul mercato la pellicola per diapositive Telcolor migliorata, basata sul modello della pellicola Agfacolor CT 18 di Leverkusen, che poteva essere esposta come 18 DIN (ISO 50/18°). Intorno al 1961 fu commercializzata anche in Argentina, Australia, Danimarca (là come “Merchrome”), Francia, Grecia, Italia, Malta, Nuova Zelanda, Austria, Portogallo; Esportata in Spagna e Turchia, dove sono stati costruiti gli impianti di trattamento della Telcolor. Si tratta di un risultato sorprendente considerando la scarsa capacità produttiva di Friburgo. Per la Germania Ovest la ditta berlinese Sirius Filmtechnik Karl Draser ha fornito per un breve periodo la pellicola per diapositive con i marchi di vendita “Siricolor” e “Adina” (per il Kaufhof), senza rivelarne la vera origine. Solo la pellicola per diapositive Telchrome, apparsa alla fine del 1963 come miglioramento della Telcolor, venne immessa sul mercato nella Germania occidentale, dove però non ebbe molto successo a causa della forte concorrenza, soprattutto di Agfa-Gevaert e Kodak. Dopo l'abbandono delle pellicole negative Telcolor nel 1964, nel 1965 venne abbandonata anche la Telchrome a favore dell'ulteriore sviluppo della Cibachrome per stampa diretta da dia nel nuovo stabilimento di Marly presso Friburgo.

Eblingen am Brienz fotografata nel 1959 da Gert Koshofer su pellicola per diapositive Telcolor. I colori hanno resistito sorprendentemente bene fino ad oggi. (1)
Testimonianza sulla pellicola dia Telcolor
L'autore Gert Koshofer ha avuto buone esperienze con le diapositive svizzere. Infatti e sue prime diapositive scattate nel 1959, seguite da altre fotografie all'inizio degli anni '60, hanno resistito molto bene fino ad oggi. La resa cromatica è “calda”, cioè un po' enfatizzata nel giallo, con ombre leggermente violacee, ma nel complesso piacevolmente luminosa. Le sue diapositive Telchrome del 1964 circa, invece, sono diventate più rosse nel corso degli anni e quindi meno costanti.
Nei suoi ricordi l'autore, in occasione di una visita a Friburgo nell'estate del 1961, dove il Dr. Andreas Schilling a capo del centro prove pellicole - carica che mantenne fino al 1945 anche presso l'Agfa di Wolfen - insieme al successore di Schneider, il Dr. Ziegler si rammenta di avergli chiesto di progettare i test comparativi della Telcolor e le pellicole concorrenti. In un seminterrato in Rue de l'Industrie e l'autore non sapeva di non trovarsi così lontano da lì allo chalet del Dr. Schneider. Quest’ultimo si ritirò dalla Tellko alla fine del 1960 perché non riteneva valido il processo di sbiancamento del colorante d'argento. Questo “non ha funzionato bene all’Agfa”, sosteneva quando l’autore finalmente lo ha visitato a Friburgo nel giugno 1980 per un’intervista. Si è trattato certamente di un errore di valutazione da parte di Cibachrome. Ma il chimico allora ottantenne aveva sicuramente ragione quanto diceva di Agfacolor e quindi anche di Telcolor: “Se non avessi inventato questa roba, oggi sarei tranquillo”. Trovò questa tranquillità quando morì il 2 agosto 1980.

Norman Rothschild, Ex redattore della più grande rivista fotografica del mondo, “Popular Photography” di New York, provò la nuova pellicola per diapositive Telchrome nel 1964. La riproduzione dei colori di questa pellicola, già calda allora, è ora diventata ancora più rossa. (1) Gert Koshofer, DGPh

Mi chiamo Felix Bielser, figlio di Karl Bielser, che fra gli anni ’50 e ’60, che di questa parabola ne ha fatto parte in misura significativa:
Rappresentante Tellko fino all’acquisizione da parte di Ciba-Photochemie
Procuratore, Ciba Photochemie Italia
Intermediario fra Tellko/Ciba Friburgo e Ferrania
Responsabile europeo e per breve periodo, mondiale, Ciba-Photochemie per la distribuzione
Traghettatore (purtroppo disilluso) della fusione voluta da Ciba: Tellko / Lumière / Ilford (ultima ruota del carro, ma appoggiata dalla lobby anglosassone. Grazie a questa evo-involuzione abbiamo sviluppato nuove opportunità… il resto è storia.

Il testo di Gert Koshofer, DGPh © pubblicato nel 2010 dalla rivista fotografica elvetica Fotointern, è stato tradotto da Felix Bielser © nel 2012



PDF: Articolo completo, con foto e dida, tradotto da Felix Bielser
Link: Vor 60 Jahren: Der Schweizer Farbfilm TELCOLOR von Gert Koshofer, DGPh edito da Fotointern.ch