GUIDA ALL'ESPOSIZIONE PERFETTA
dI Gerardo Bonomo
L’ESPOSIZIONE PERFETTA
Dopo lo scatto, sia su pellicola che su sensore, è possibile modificare, migliorare, in alcuni casi azzerare alcuni errori di impostazione di ripresa.
Ma due non sono rimediabili, il mosso è un’esposizione non corretta.
Oggi ci concentreremo su come esporre le proprie fotografie correttamente, riferendoci all’analogico, ma in modo propedeutico, anche per il digitale
Il cartoncino grigio 18%
Diversi decenni fa, per la precisione negli anni 40, Kodak mise a punto un cartoncino grigio, il Kodak Gray Card, che si posizionava come potere riflettente nella zona V del Sistema Zonale di Ansel Adams. L’inventore fu un certo Albert Henry Munsell che la utilizzò principalmente per gli studi sulle pellicole a colori
Se tutta la realtà riflettesse il 18% della luce, sia usando gli esposimetri interni delle fotocamere che quelli esterni a luce riflessa, otterremmo delle valutazioni di riferimento, espresse in E.V. ( Exposure Value ) o in accoppiate tempo/diaframma assolutamente perfette.
Oggi tutti gli esposimetri del mondo, sia incorporato nelle fotocamere che esterni sono calibrati su quel famoso 18%. Ma la realtà non sempre riflette il 18% della luce che la colpisce
Un lenzuolo bianco riflette oltre il 90% della luce che lo colpisce: se ci affidassimo a un esposimetro, otterremmo un’immagine sottoesposta di almeno 4 stop, ovvero un’immagine del lenzuolo bianco che apparirà dello stesso grigio 18% del cartoncino. Le parti più scure dell’inquadratura risulteranno irreversibilmente sottoesposte, cioè completamente trasparenti, prive di qualsiasi informazione, sul negativo.
Un lenzuolo nero riflette il 10% o anche meno della luce che lo colpisce. Se ci affidassimo a un esposimetro otterremmo un’immagine sovraesposta di almeno 2 stop, ovvero un’immagine del lenzuolo nero che apparirà dello stesso grigio 18% del cartoncino; le parti più chiare dell’inquadratura risulteranno irreversibilmente bruciate, cioè completamente nere sul negativo
Concentrandosi sulle pellicole in bianco e nero ci rendiamo conto che ciascuna ha una gamma tonale, ovvero la capacità di evidenziare dal bianco puro al neo assoluto, passando per una quasi infinita scala di grigi.
Una pellicola “regge” una sovraesposizione anche di due, tre stop che possono poi essere corretti sotto l’ingranditore, mentre se sottoesposta, anche solo di poco più di uno stop, è molto difficile da correggere sotto l’ingranditore, in quanto una buona parte della scala tonale dei grigi non è riuscita a impressionare la pellicola che in quei punti risulta completamente trasparente priva di informazioni, l’esatto opposto del sensore, che nelle immagini sovraesposte dove supera il gradiente 256, porta a delle zone dell’immagine, positiva, completamente bianche, ovvero completamente prive di informazioni
In parole più semplici gli esposimetri non sono in grado di capire se l’intensità della luce riflessa dal soggetto dipende dal tipo di soggetto, io ho estremizzato con un lenzuolo bianco e un lenzuolo nero.
Prima di addentrarci nell’uso dell’esposimetro della fotocamera ma soprattutto di quelli esterni che possono misurare anche la luce incidente, oltre quella riflessa, come fanno tutti gli esposimetri del mondo, il suggerimento è quello di acquistare una Kodak Grey Card, metterla al posto del soggetto e orientata rispetto alla fotocamera con lo stesso angolo con cui è orientato il soggetto, e misurare la luce riflessa dal cartoncino grigio.
Una regola non scritta e non scientificamente dimostrabile per tutti, è che che il palmo della mano di norma riflette il 18% della luce che lo colpisce. Di fatto molti di noi hanno bel due Kodak Gray Card incorporate nelle mani…!
Nel 99% dei casi l’esposimetro della fotocamera, in base alla quantità della luce presente sulla scena e alla sensibilità della pellicola, proporrà un’accoppiata tempo/diaframma assolutamente perfetta, che poi potrà essere variata a piacimento. Immaginiamo che l’esposimetro proponga, con una pellicola a 100 ISO, in una giornata di sole, diaframma f/16 e tempo di scatto 1/125 di secondo. Su questa base noi poi potremo decidere di aprire di uno stop il diaframma, f/1, e dimezzare la quantità di luce che arriverà sulla pellicola impostando come tempo di scatto 1/250 di secondo
Se impostiamo f/8 come diaframma useremo come tempo di scatto 1/500 di secondo, se impostiamo f/5,6 per esempio perché vogliamo minimizzare gli effetti della profondità di campo, scatteremo a 1/1000 e alla via così, a seconda del tempo più veloce disponibile sulla fotocamera che stiamo utilizzando.
Il punto quindi non è se la scena che inquadriamo e molto o poco illuminata; è indubbio che in pieno sole la scena sarà più illuminata e potremo/dovremo utilizzare tempi più veloci e diaframmi più chiusi. Al crepuscolo o di notte la scena è scarsamente illuminata, useremo tempi più lunghi e magari diaframmi più aperti, ma sempre in base a quanta luce riflettono i soggetti non a quanta luce colpisce il soggetto
Il costo del cartoncino grigio Kodak Gray Card è ovviamente molto inferiore rispetto all’acquisto di un esposimetro esterno ma ha delle limitazioni: non è possibile lavorare in luce incidente, ovvero misurare la luce che colpisce il soggetto, non quella riflessa dal soggetto e non è in grado di misurare il lampo della luce flash, cosa che invece sono in grado di fare gli esposimetri.
Esistono anche dei cartoncini grigi non prodotti da Kodak, in molti casi con costi inferiori. Esistono anche dei modelli ripiegabili e alcuni pieghevoli, come i pannelli riflettenti tondi o ovali che di norma riflettono la luce, prodotti in materiale sintetico ancorato a un cerchio o un ovale di acciaio armonico che una volta piegati su sé stessi riducono in modo notevole la superficie e quindi la trasportabilità nella borsa fotografica. La parte bianca del cartoncino grigio è l’ideale per effettuare il bilanciamento del bianco in manuale di una fotocamera digitale, alcuni modelli ripiegabili hanno un doppio lato, uno che riflette il 18% della luce, l’altro che ne riflette una misura maggiore e anche in questo caso la parte più chiara serve per effettuare un corretto bilanciamento del bianco in manuale con le fotocamere o videocamere digitali.
Ma è già un primo passo verso l’esposizione perfetta
In ultimo, soprattutto quando si lavora in piccolo formato e si hanno a disposizione 36 fotogrammi, si può anche aggiungere, dopo aver misurato la luce, un bracketing, ovvero aggiungere due scatti, con la medesima inquadratura, uno sottoesposto intenzionalmente di 1 stop e uno sovraesposto intenzionalmente di 1 stop
Tornando per un momento al digitale, con il vantaggio che è possibile rivedere immediatamente l’immagine e che molte fotocamere, dopo lo scatto in modalità play, fanno lampeggiare le zone sovraesposte sul monitor della fotocamera, ll famoso bianco 256, sarà più facile rifare lo scatto con parametri più adeguati.
Ma qui parliamo soprattutto di argentico e l’immagine latente non è visibile fino a che non viene sviluppata.
Quindi, prestate molta, molta attenzione all’esposizione e quando non siete sicuri dei parametri, fate sempre un bracketing, costerà qualche fotogramma in più ma avrete portato a casa almeno una inquadratura perfettamente esposta.
Milano, 10 settembre 2024
Gerardo Bonomo
www.kodak.com/content/products-brochures/KODAK-Gray-Card-R27-brochure.pdf
PDF:
Link: https://www.kodak.com/content/products-brochures/KODAK-Gray-Card-R27-brochure.pdf
L’ESPOSIZIONE PERFETTA
Dopo lo scatto, sia su pellicola che su sensore, è possibile modificare, migliorare, in alcuni casi azzerare alcuni errori di impostazione di ripresa.
Ma due non sono rimediabili, il mosso è un’esposizione non corretta.
Oggi ci concentreremo su come esporre le proprie fotografie correttamente, riferendoci all’analogico, ma in modo propedeutico, anche per il digitale
Il cartoncino grigio 18%
Diversi decenni fa, per la precisione negli anni 40, Kodak mise a punto un cartoncino grigio, il Kodak Gray Card, che si posizionava come potere riflettente nella zona V del Sistema Zonale di Ansel Adams. L’inventore fu un certo Albert Henry Munsell che la utilizzò principalmente per gli studi sulle pellicole a colori
Se tutta la realtà riflettesse il 18% della luce, sia usando gli esposimetri interni delle fotocamere che quelli esterni a luce riflessa, otterremmo delle valutazioni di riferimento, espresse in E.V. ( Exposure Value ) o in accoppiate tempo/diaframma assolutamente perfette.
Oggi tutti gli esposimetri del mondo, sia incorporato nelle fotocamere che esterni sono calibrati su quel famoso 18%. Ma la realtà non sempre riflette il 18% della luce che la colpisce
Un lenzuolo bianco riflette oltre il 90% della luce che lo colpisce: se ci affidassimo a un esposimetro, otterremmo un’immagine sottoesposta di almeno 4 stop, ovvero un’immagine del lenzuolo bianco che apparirà dello stesso grigio 18% del cartoncino. Le parti più scure dell’inquadratura risulteranno irreversibilmente sottoesposte, cioè completamente trasparenti, prive di qualsiasi informazione, sul negativo.
Un lenzuolo nero riflette il 10% o anche meno della luce che lo colpisce. Se ci affidassimo a un esposimetro otterremmo un’immagine sovraesposta di almeno 2 stop, ovvero un’immagine del lenzuolo nero che apparirà dello stesso grigio 18% del cartoncino; le parti più chiare dell’inquadratura risulteranno irreversibilmente bruciate, cioè completamente nere sul negativo
Concentrandosi sulle pellicole in bianco e nero ci rendiamo conto che ciascuna ha una gamma tonale, ovvero la capacità di evidenziare dal bianco puro al neo assoluto, passando per una quasi infinita scala di grigi.
Una pellicola “regge” una sovraesposizione anche di due, tre stop che possono poi essere corretti sotto l’ingranditore, mentre se sottoesposta, anche solo di poco più di uno stop, è molto difficile da correggere sotto l’ingranditore, in quanto una buona parte della scala tonale dei grigi non è riuscita a impressionare la pellicola che in quei punti risulta completamente trasparente priva di informazioni, l’esatto opposto del sensore, che nelle immagini sovraesposte dove supera il gradiente 256, porta a delle zone dell’immagine, positiva, completamente bianche, ovvero completamente prive di informazioni
In parole più semplici gli esposimetri non sono in grado di capire se l’intensità della luce riflessa dal soggetto dipende dal tipo di soggetto, io ho estremizzato con un lenzuolo bianco e un lenzuolo nero.
Prima di addentrarci nell’uso dell’esposimetro della fotocamera ma soprattutto di quelli esterni che possono misurare anche la luce incidente, oltre quella riflessa, come fanno tutti gli esposimetri del mondo, il suggerimento è quello di acquistare una Kodak Grey Card, metterla al posto del soggetto e orientata rispetto alla fotocamera con lo stesso angolo con cui è orientato il soggetto, e misurare la luce riflessa dal cartoncino grigio.
Una regola non scritta e non scientificamente dimostrabile per tutti, è che che il palmo della mano di norma riflette il 18% della luce che lo colpisce. Di fatto molti di noi hanno bel due Kodak Gray Card incorporate nelle mani…!
Nel 99% dei casi l’esposimetro della fotocamera, in base alla quantità della luce presente sulla scena e alla sensibilità della pellicola, proporrà un’accoppiata tempo/diaframma assolutamente perfetta, che poi potrà essere variata a piacimento. Immaginiamo che l’esposimetro proponga, con una pellicola a 100 ISO, in una giornata di sole, diaframma f/16 e tempo di scatto 1/125 di secondo. Su questa base noi poi potremo decidere di aprire di uno stop il diaframma, f/1, e dimezzare la quantità di luce che arriverà sulla pellicola impostando come tempo di scatto 1/250 di secondo
Se impostiamo f/8 come diaframma useremo come tempo di scatto 1/500 di secondo, se impostiamo f/5,6 per esempio perché vogliamo minimizzare gli effetti della profondità di campo, scatteremo a 1/1000 e alla via così, a seconda del tempo più veloce disponibile sulla fotocamera che stiamo utilizzando.
Il punto quindi non è se la scena che inquadriamo e molto o poco illuminata; è indubbio che in pieno sole la scena sarà più illuminata e potremo/dovremo utilizzare tempi più veloci e diaframmi più chiusi. Al crepuscolo o di notte la scena è scarsamente illuminata, useremo tempi più lunghi e magari diaframmi più aperti, ma sempre in base a quanta luce riflettono i soggetti non a quanta luce colpisce il soggetto
Il costo del cartoncino grigio Kodak Gray Card è ovviamente molto inferiore rispetto all’acquisto di un esposimetro esterno ma ha delle limitazioni: non è possibile lavorare in luce incidente, ovvero misurare la luce che colpisce il soggetto, non quella riflessa dal soggetto e non è in grado di misurare il lampo della luce flash, cosa che invece sono in grado di fare gli esposimetri.
Esistono anche dei cartoncini grigi non prodotti da Kodak, in molti casi con costi inferiori. Esistono anche dei modelli ripiegabili e alcuni pieghevoli, come i pannelli riflettenti tondi o ovali che di norma riflettono la luce, prodotti in materiale sintetico ancorato a un cerchio o un ovale di acciaio armonico che una volta piegati su sé stessi riducono in modo notevole la superficie e quindi la trasportabilità nella borsa fotografica. La parte bianca del cartoncino grigio è l’ideale per effettuare il bilanciamento del bianco in manuale di una fotocamera digitale, alcuni modelli ripiegabili hanno un doppio lato, uno che riflette il 18% della luce, l’altro che ne riflette una misura maggiore e anche in questo caso la parte più chiara serve per effettuare un corretto bilanciamento del bianco in manuale con le fotocamere o videocamere digitali.
Ma è già un primo passo verso l’esposizione perfetta
In ultimo, soprattutto quando si lavora in piccolo formato e si hanno a disposizione 36 fotogrammi, si può anche aggiungere, dopo aver misurato la luce, un bracketing, ovvero aggiungere due scatti, con la medesima inquadratura, uno sottoesposto intenzionalmente di 1 stop e uno sovraesposto intenzionalmente di 1 stop
Tornando per un momento al digitale, con il vantaggio che è possibile rivedere immediatamente l’immagine e che molte fotocamere, dopo lo scatto in modalità play, fanno lampeggiare le zone sovraesposte sul monitor della fotocamera, ll famoso bianco 256, sarà più facile rifare lo scatto con parametri più adeguati.
Ma qui parliamo soprattutto di argentico e l’immagine latente non è visibile fino a che non viene sviluppata.
Quindi, prestate molta, molta attenzione all’esposizione e quando non siete sicuri dei parametri, fate sempre un bracketing, costerà qualche fotogramma in più ma avrete portato a casa almeno una inquadratura perfettamente esposta.
Milano, 10 settembre 2024
Gerardo Bonomo
www.kodak.com/content/products-brochures/KODAK-Gray-Card-R27-brochure.pdf
PDF:
Link: https://www.kodak.com/content/products-brochures/KODAK-Gray-Card-R27-brochure.pdf