MINIMALISM
MINIMALISM
Può capitare di voler scattare una fotografia, o una serie di fotografie, ma senza essere nelle condizioni di uscire, di trovare un luogo interessante, senza cadere ovviamente nella street photography.
In una casa ci sono migliaia di oggetti, molti sono meri strumenti che non hanno un significato intrinseco, non hanno una reale importanza, ma possono dar luogo, con opportune ricerche, a fotografie interessanti.
Naturalmente ci vuole un minimo di attrezzatura e, soprattutto, una sorgente di luce consona, non sempre recuperabile in una casa
In questo articolo voglio raccontarvi un frammento di un mio ultimo lavoro minimalista
L’attrezzatura: la fotocamera
Ho deciso per un’attrezzatura piuttosto semplice e di costo non eccessivo
Ho impiegato come fotocamera una Nikon F 601AF, una macchina degli anni 90 che aveva già molte funzioni avveniristiche, come l’autofocus, l’esposimetro
MINIMALISM selezionabile da spot a media ponderata al centro fino al matrix, la staratura intenzionale dell’esposizione, il bracketing, la slitta flash TTL e un piccolo flash incorporato. Una fotocamera che oggi si trova sul mercato a poche decine di Euro perché prodotta in “plastica” e questo l’ha relegata ai confini più bassi nel mercato dell’usato. La macchina dispone di codice DX per il riconoscimento della pellicola inserita, il caricamento, il riavvolgimento, il controllo dell’otturatore dipendono tutti da una batteria - ancora tranquillamente in vendita - e questa è un’altra delle cose che l’hanno relegata tra le reiette. L’autofocus è disinseribile ed è stato prodotto anche modello MF. Identico al recedente tranne per la mancanza della lettura Matrix, ha uno schermo di messa a fuoco con microprismi e telemetro a immagine spezzata che permettono una focheggiatura manuale decorosissima.L’obiettivo: Nikon 60mm f/2.8 Micro-NIKKOR AF-D
Le Nikon F 601 accettano sia le ottiche Nikon con innesto Ai - lavorando in manual focus, che le ottiche con innesto AF-S G con cui, il modello AF, lavora in anche in autofocus.( non accettano le ottiche serie G e sere Z ) Si tratta di un obiettivo macro dalle qualità sorprendenti che sul formato 24x36mm arriva al rapporto di ingrandimento 1:1, con minima distanza di fuoco di appena 22mm. Grazie al fatto che il sistema AF è disinseribile ed è presente la ghiera dei diaframmi, può anche essere usato sui modelli Nikon Manual Focus, come la Nikon FM2, e su diverse fotocamere Nikon digitali., per intenderci. 8 elementi in 7 gruppi, con sistema CRC ( Close Range Correction ) e 7 lamelle del diaframma. Prodotto a partire dal 2008, Erede del proverbiale Micro Nikkor 55mm f/2.8 ( nelle prime versioni f/3.5 ) si differenzia per il fatto che arriva al minimo rapporto di ingrandimento 1:1 senza tubi di prolunga, mentre la versione Ai, il 55 Micro Nikkor necessità di un tubo di prolunga, il PK 13.
La profondità di campo
Una focale 60mm ha soprattutto alle brevi distanze, una profondità di campo ridotta a pochi millimetri, se l’oggetto è bidimensionale non ci sono problemi, ma se l’oggetto è tridimensionale va valutato se aprire il diaframma così da averse a fuoco solo la sommità dell’oggetto o chiudere in modo importante il diaframma per avere a fuoco sia la parte più prossimale all’ottica che il fondo
Alla minima distanza di fuoco, 0,219 millimetri la profondità di campo è di solo un millimetro
Qui vediamo la differenza tra due scatti a f/2.8 e a f/22. La differenza è evidente
Una pigna a cui gli scoiattoli hanno divorato i pinoli, la foto è stata scattata a f /22
Come sostenere la fotocamera
Lavorare a mano libera è impensabile. Si può usare il treppiedi ma io ho voluto lavorare il pianta, e ho quindi usata la colonna di un Durst M 601, per poter essere perfettamente pianparallelo e decidere la distanza agendo semplicemente sulla manopola che abbassa o solleva la testa.
Qui di seguito il risultato definitivo
L’attacco per la testa dell’ingranditore che nel Durst M601 è filettato
All’attacco per la testa ho avvitato uno spigot Manfrotto 013 Spigot doppio attacco maschio con filettature 1/4''-3/8'' a cui ho avvitato una testa sempre di Manfrotto, una 484RC2, una testa a sfera con attacco rapido che regge perfettamente il peso di una fotocamera e può essere orientata in ogni direzione per permettere una perfetta livella a bolla
Ecco lo spigot Manfrotto e la testa
Livella a bolla, scatto a filo e assenza dell’alzo intenzionale dello specchio.
In un lavoro tecnicamente così di precisione non può mancare la livella a bolla per fare in modo che il piano di fuoco sia perfettamente pianparallelo alla base del soggetto, lo scatto a distanza, di quelli comuni che si avvitano al pulsante di scatto. Unica nota dolente della Nikon F 601 AF è che non prevede l’alzo intenzionale dello specchio prima dello scatto, che indubbiamente avrebbe permesso un miglior scarico delle vibrazioni indotte dall’alzo dello specchio prima dell’apertura dell’otturatore
L’esposizione
Il fondo completamente bianco e la luce radente che entrava dalla finestra, oltre al rinforzo dato dal foglio di polistirolo posizionato in posizione opposta rispetto alla luce principale hanno reso preferibile una misurazione dell’esposizione utilizzando un cartoncino grigio Kodak Grey Card e l’uso in luce riflessa di un esposimetro Sekonic Flashmate L-308x. Il tempo di scatto ottenuto a 100 ISO era di f/16 e 1/30 di secondo, ma io ho preferito ugualmente fare un bracketing e, mantenendo il diaframma fisso a f/16 ho esposta a 1/30, 1/15 e 1/8 di secondo, questo per tutti i soggetti fotografati. Alla fine lo scatto migliore è risultato essere quello a f/16, 1/15 di secondo. Avrei anche potuto lavorare in luce incidente usando la lumisfera a semicerchio in dotazione o quella piatta, opzionale, ma ho preferito avere come punto di riferimento il cartoncino grigio e prendere l’esposizione riflessa dal cartoncino grigio.
La pellicola impiegata.
Ho utilizzata una Rollei RPX 100, una pellicola “tradizionale”, su base triacetato e con una grana, compatibilmente con la bassa sensibilità di una certa evidenza. Si solito opto per altre pellicole Rollei su base PET, come la Rollei Superpan 200 dove la grana è pressoché inesistente, ma qui ho voluto dare una filigrana fotografica, quindi un accenno di grana, ai miei scatti. La pellicola Rollei RPX 100 è disponibile sia in formato 135 che 120.
La Rollei RPX 100 è una pellicola estremamente versatile grazie alla sua grande latitudine di posa e gamma tonale. Viene definita “pellicola universale” ovvero adatta a innumerevoli campi di applicazione. Mantiene una sensibilità omogenea sia in luce diurna che artificiale. E’ stesa sul classico moderno supporto in triacetato con leggera maschera. La sensibilizzazione dell’emulsione è pancromatica. Da qui potete scaricare il datasheet: https://www.rolleianalog.com/products/rollei-rpx-100/?lang=en
Lo sviluppo
Ho usato, sempre di Rollei, il Supergrain ( qui trovate il datasheet: https://www.rolleianalog.com/wp-content/uploads/2019/09/SUPERGRAIN_Datenblatt_EN.pdf ), uno sviluppo finegranulante con un’ottima acutanza che può essere diluito in modi e con risultati differenti. Qui la diluizione è stata 1+15 e lo sviluppo, anche se di targa precede 7.30” a 20°C è stato di 8’. Primo minuto agitazione continua poi un rovesciamento ogni 20 secondi. A seguire l’arresto, usando il Maco Ecostop alla diluizione 1+19 per 2’ e il fissaggio, il Maco Ecofix alla diluizione 1+4 per 6’, il tutto sempre 20°C.
Confezioni alternative
E’ da poco disponibile sul mercato un kit da 250ml ciascuno - la confezione base del Rollei Supergrain è da mezzo litro - che include, in flaconi da 250ml, sviluppo, arresto e fissaggio, dedicato a chi vuole cominciare a dedicarsi allo sviluppo senza acquistare confezioni troppo grandi.
Sviluppo per pellicole | Rollei RSG Supergrain Fine Grain Developer
ROLLEI Supergrain fornisce negativi con la grana più fine, un'eccellente riproduzione delle ombre e una buona nitidezza dei bordi. La sua elevata capacità di compensazione e l'elevata sensibilità di utilizzo lo rendono uno sviluppatore universale per quasi tutte le applicazioni. Fornisce ottimi risultati con tutte le pellicole in bianco e nero convenzionali.
Bagno di arresto | Rollei RCS Citro Stop
Quando è esaurito o contaminato, il colore rosa chiaro (appare incolore alla luce della camera oscura) cambia in magenta (appare scuro alla luce della camera oscura). Ciò consente di controllare facilmente e in modo affidabile l'attività del bagno di arresto indicatore.
Bagno di fissaggio | Rollei RXA Fix Acid
Rollei FIX ACID è un agente di fissaggio altamente concentrato a base di tiosolfato di ammonio. La sua composizione è ideale in termini di velocità di fissaggio, resa e durata.
Conclusioni
Ecco un esempio di fotografia argentica minimalista a chilometro zero, alla portata di tutti, dove la scelta dell’oggetto, anche di uso comune e dell’illuminazione . anche quella proveniente da una finestra, possono dar luogo a scatti decisamente interessanti. E’ chiaro che si tratta di scatti dove la tecnica deve assolutamente essere perfetta
Vi ringrazio per il vostro tempo
Milano, 24 settembre 2024
Gerardo Bonomo
www.gerardobonomo.it
Può capitare di voler scattare una fotografia, o una serie di fotografie, ma senza essere nelle condizioni di uscire, di trovare un luogo interessante, senza cadere ovviamente nella street photography.
In una casa ci sono migliaia di oggetti, molti sono meri strumenti che non hanno un significato intrinseco, non hanno una reale importanza, ma possono dar luogo, con opportune ricerche, a fotografie interessanti.
Naturalmente ci vuole un minimo di attrezzatura e, soprattutto, una sorgente di luce consona, non sempre recuperabile in una casa
In questo articolo voglio raccontarvi un frammento di un mio ultimo lavoro minimalista
L’attrezzatura: la fotocamera
Ho deciso per un’attrezzatura piuttosto semplice e di costo non eccessivo
Ho impiegato come fotocamera una Nikon F 601AF, una macchina degli anni 90 che aveva già molte funzioni avveniristiche, come l’autofocus, l’esposimetro
MINIMALISM selezionabile da spot a media ponderata al centro fino al matrix, la staratura intenzionale dell’esposizione, il bracketing, la slitta flash TTL e un piccolo flash incorporato. Una fotocamera che oggi si trova sul mercato a poche decine di Euro perché prodotta in “plastica” e questo l’ha relegata ai confini più bassi nel mercato dell’usato. La macchina dispone di codice DX per il riconoscimento della pellicola inserita, il caricamento, il riavvolgimento, il controllo dell’otturatore dipendono tutti da una batteria - ancora tranquillamente in vendita - e questa è un’altra delle cose che l’hanno relegata tra le reiette. L’autofocus è disinseribile ed è stato prodotto anche modello MF. Identico al recedente tranne per la mancanza della lettura Matrix, ha uno schermo di messa a fuoco con microprismi e telemetro a immagine spezzata che permettono una focheggiatura manuale decorosissima.L’obiettivo: Nikon 60mm f/2.8 Micro-NIKKOR AF-D
Le Nikon F 601 accettano sia le ottiche Nikon con innesto Ai - lavorando in manual focus, che le ottiche con innesto AF-S G con cui, il modello AF, lavora in anche in autofocus.( non accettano le ottiche serie G e sere Z ) Si tratta di un obiettivo macro dalle qualità sorprendenti che sul formato 24x36mm arriva al rapporto di ingrandimento 1:1, con minima distanza di fuoco di appena 22mm. Grazie al fatto che il sistema AF è disinseribile ed è presente la ghiera dei diaframmi, può anche essere usato sui modelli Nikon Manual Focus, come la Nikon FM2, e su diverse fotocamere Nikon digitali., per intenderci. 8 elementi in 7 gruppi, con sistema CRC ( Close Range Correction ) e 7 lamelle del diaframma. Prodotto a partire dal 2008, Erede del proverbiale Micro Nikkor 55mm f/2.8 ( nelle prime versioni f/3.5 ) si differenzia per il fatto che arriva al minimo rapporto di ingrandimento 1:1 senza tubi di prolunga, mentre la versione Ai, il 55 Micro Nikkor necessità di un tubo di prolunga, il PK 13.
La profondità di campo
Una focale 60mm ha soprattutto alle brevi distanze, una profondità di campo ridotta a pochi millimetri, se l’oggetto è bidimensionale non ci sono problemi, ma se l’oggetto è tridimensionale va valutato se aprire il diaframma così da averse a fuoco solo la sommità dell’oggetto o chiudere in modo importante il diaframma per avere a fuoco sia la parte più prossimale all’ottica che il fondo
Alla minima distanza di fuoco, 0,219 millimetri la profondità di campo è di solo un millimetro
Qui vediamo la differenza tra due scatti a f/2.8 e a f/22. La differenza è evidente
Una pigna a cui gli scoiattoli hanno divorato i pinoli, la foto è stata scattata a f /22
Come sostenere la fotocamera
Lavorare a mano libera è impensabile. Si può usare il treppiedi ma io ho voluto lavorare il pianta, e ho quindi usata la colonna di un Durst M 601, per poter essere perfettamente pianparallelo e decidere la distanza agendo semplicemente sulla manopola che abbassa o solleva la testa.
Qui di seguito il risultato definitivo
L’attacco per la testa dell’ingranditore che nel Durst M601 è filettato
All’attacco per la testa ho avvitato uno spigot Manfrotto 013 Spigot doppio attacco maschio con filettature 1/4''-3/8'' a cui ho avvitato una testa sempre di Manfrotto, una 484RC2, una testa a sfera con attacco rapido che regge perfettamente il peso di una fotocamera e può essere orientata in ogni direzione per permettere una perfetta livella a bolla
Ecco lo spigot Manfrotto e la testa
Livella a bolla, scatto a filo e assenza dell’alzo intenzionale dello specchio.
In un lavoro tecnicamente così di precisione non può mancare la livella a bolla per fare in modo che il piano di fuoco sia perfettamente pianparallelo alla base del soggetto, lo scatto a distanza, di quelli comuni che si avvitano al pulsante di scatto. Unica nota dolente della Nikon F 601 AF è che non prevede l’alzo intenzionale dello specchio prima dello scatto, che indubbiamente avrebbe permesso un miglior scarico delle vibrazioni indotte dall’alzo dello specchio prima dell’apertura dell’otturatore
L’esposizione
Il fondo completamente bianco e la luce radente che entrava dalla finestra, oltre al rinforzo dato dal foglio di polistirolo posizionato in posizione opposta rispetto alla luce principale hanno reso preferibile una misurazione dell’esposizione utilizzando un cartoncino grigio Kodak Grey Card e l’uso in luce riflessa di un esposimetro Sekonic Flashmate L-308x. Il tempo di scatto ottenuto a 100 ISO era di f/16 e 1/30 di secondo, ma io ho preferito ugualmente fare un bracketing e, mantenendo il diaframma fisso a f/16 ho esposta a 1/30, 1/15 e 1/8 di secondo, questo per tutti i soggetti fotografati. Alla fine lo scatto migliore è risultato essere quello a f/16, 1/15 di secondo. Avrei anche potuto lavorare in luce incidente usando la lumisfera a semicerchio in dotazione o quella piatta, opzionale, ma ho preferito avere come punto di riferimento il cartoncino grigio e prendere l’esposizione riflessa dal cartoncino grigio.
La pellicola impiegata.
Ho utilizzata una Rollei RPX 100, una pellicola “tradizionale”, su base triacetato e con una grana, compatibilmente con la bassa sensibilità di una certa evidenza. Si solito opto per altre pellicole Rollei su base PET, come la Rollei Superpan 200 dove la grana è pressoché inesistente, ma qui ho voluto dare una filigrana fotografica, quindi un accenno di grana, ai miei scatti. La pellicola Rollei RPX 100 è disponibile sia in formato 135 che 120.
La Rollei RPX 100 è una pellicola estremamente versatile grazie alla sua grande latitudine di posa e gamma tonale. Viene definita “pellicola universale” ovvero adatta a innumerevoli campi di applicazione. Mantiene una sensibilità omogenea sia in luce diurna che artificiale. E’ stesa sul classico moderno supporto in triacetato con leggera maschera. La sensibilizzazione dell’emulsione è pancromatica. Da qui potete scaricare il datasheet: https://www.rolleianalog.com/products/rollei-rpx-100/?lang=en
Lo sviluppo
Ho usato, sempre di Rollei, il Supergrain ( qui trovate il datasheet: https://www.rolleianalog.com/wp-content/uploads/2019/09/SUPERGRAIN_Datenblatt_EN.pdf ), uno sviluppo finegranulante con un’ottima acutanza che può essere diluito in modi e con risultati differenti. Qui la diluizione è stata 1+15 e lo sviluppo, anche se di targa precede 7.30” a 20°C è stato di 8’. Primo minuto agitazione continua poi un rovesciamento ogni 20 secondi. A seguire l’arresto, usando il Maco Ecostop alla diluizione 1+19 per 2’ e il fissaggio, il Maco Ecofix alla diluizione 1+4 per 6’, il tutto sempre 20°C.
Confezioni alternative
E’ da poco disponibile sul mercato un kit da 250ml ciascuno - la confezione base del Rollei Supergrain è da mezzo litro - che include, in flaconi da 250ml, sviluppo, arresto e fissaggio, dedicato a chi vuole cominciare a dedicarsi allo sviluppo senza acquistare confezioni troppo grandi.
Sviluppo per pellicole | Rollei RSG Supergrain Fine Grain Developer
ROLLEI Supergrain fornisce negativi con la grana più fine, un'eccellente riproduzione delle ombre e una buona nitidezza dei bordi. La sua elevata capacità di compensazione e l'elevata sensibilità di utilizzo lo rendono uno sviluppatore universale per quasi tutte le applicazioni. Fornisce ottimi risultati con tutte le pellicole in bianco e nero convenzionali.
Bagno di arresto | Rollei RCS Citro Stop
Quando è esaurito o contaminato, il colore rosa chiaro (appare incolore alla luce della camera oscura) cambia in magenta (appare scuro alla luce della camera oscura). Ciò consente di controllare facilmente e in modo affidabile l'attività del bagno di arresto indicatore.
Bagno di fissaggio | Rollei RXA Fix Acid
Rollei FIX ACID è un agente di fissaggio altamente concentrato a base di tiosolfato di ammonio. La sua composizione è ideale in termini di velocità di fissaggio, resa e durata.
Conclusioni
Ecco un esempio di fotografia argentica minimalista a chilometro zero, alla portata di tutti, dove la scelta dell’oggetto, anche di uso comune e dell’illuminazione . anche quella proveniente da una finestra, possono dar luogo a scatti decisamente interessanti. E’ chiaro che si tratta di scatti dove la tecnica deve assolutamente essere perfetta
Vi ringrazio per il vostro tempo
Milano, 24 settembre 2024
Gerardo Bonomo
www.gerardobonomo.it