La rivoluzione del capitano
A cura di Guido Bartoli
Il capitano Theodor Scheimpflug aveva un problema.
Le sue immagini del campo di battaglia, riprese dai palloni aerostatici ai primi del ‘900, erano oblique e il paesaggio veniva riprodotto in prospettiva. Non andavano bene per ricavarne delle mappe precise e usabili.
Così ebbe un’idea: costruire un apparecchio che raddrizzasse otticamente le immagini proiettandole su un piano. Sfruttò, a suo dire, un brevetto di Jules Carpentier, un altro geniale inventore fotografico di quei tempi pionieristici.
Quello che ne uscì potremmo considerarlo come un ingranditore con piani a inclinazione variabile, per l’ottica e la pellicola.
Il sistema permetteva di ottenere il raddrizzamento delle linee prospettiche e di riprodurre la terra come fosse vista in pianta e dall’alto.
Se rivivesse ora e vedesse un drone si cappotterebbe dallo stupore e dall’ammirazione.
Dobbiamo però scindere in due parti la sua genialata nell’applicarla alla ripresa fotografica:
- inclinazione del piano dell’obiettivo
- inclinazione del piano della pellicola
in quanto agire sull’uno o sull’altro è molto diverso, come vedremo nel dettaglio.
Consideriamo per adesso solo l’inclinazione dell’ottica e definiamo il concetto di “basculaggio”.
BASCULARE in fotografia significa FAR RUOTARE UNA STANDARTA ATTORNO A UN ASSE.
Geometricamente consiste nel far ruotare nello spazio un piano attorno a una retta che lo interseca.
Se immaginiamo l’obiettivo come una lente semplice (tipo quella di Sherlock Holmes), esiste un piano che la attraversa e la divide in due e su cui giace il suo diametro esterno. All’intersezione fra questo piano e l’asse ottico si trova il centro ottico, che è il centro di simmetria della lente.
L’obiettivo viene montato sulla piastra porta ottica, che a sua volta viene fissata alla standarta anteriore. Questa ha un movimento meccanico di basculaggio che le permette di ruotare attorno a un asse.
In un Banco l’obiettivo andrebbe montato sulla piastra porta ottica in modo che il piano della lente coincida con il piano della standarta e che gli assi di rotazione della standarta passino per il centro ottico dell’obiettivo. Così, basculando l’ottica, il centro ottico viene sempre a trovarsi su un asse di rotazione e, quindi, non trasla nello spazio. In questo modo il punto di ripresa non viene spostato e non vengono modificate l’inquadratura e la prospettiva.
E l’obiettivo rimane “il centro del mondo”.
Questa rotazione cosa produce?
Inclina il piano dell’obiettivo e, di conseguenza, l’asse ottico nello spazio.
L’asse ottico è l’asse di simmetria dell’obiettivo e determina la costruzione dell’immagine, in rapporto alle distanze coniugate e alla focale, come visto nella scorsa puntata.
Pertanto, se incliniamo l’asse ottico mantenendo i fermi i soggetti e il centro ottico, modifichiamo le distanze coniugate (che sempre si misurano sull’asse ottico).
Poiché un’immagine vale più di mille parole, guardando lo schema qui sopra si vede come possiamo trovare un angolo di inclinazione dell’obiettivo tale da proiettare sul vetro smerigliato le immagini dei tre soggetti tutti contemporaneamente a fuoco.
Questo SENZA AGIRE SUL DIAFRAMMA.
Questa è la grande importanza dell’applicazione della legge di Scheimpflug: mettere a fuoco un piano inclinato di fronte alla fotocamera senza dover diaframmare, quindi senza far intervenire la profondità di campo.
La sua applicazione in pratica è la seguente (fare riferimento ai due schemi, quello della puntata precedente e questo sopra):
- individuiamo un piano inclinato di fronte all’obiettivo
- mettiamo a fuoco il punto in cui il piano interseca l’asse ottico (agendo sulla standarta posteriore)
- basculiamo l’obiettivo fino a quando l’intero piano risulta a fuoco sul vetro smerigliato.
Possiamo usare questo metodo per fotografare una parete in prospettiva, come pure un pavimento.
Nel caso della parete useremo il basculaggio ORIZZONTALE, che fa ruotare l’obiettivo attorno a un asse VERTICALE.
Nel caso del pavimento il basculaggio VERTICALE che fa ruotare l’obiettivo attorno a una asse ORIZZONTALE.
Questa procedura è possibile anche con alcuni obiettivi per le fotocamere piccolo e medio formato, poiché alcuni decentrabili permettono anche il basculaggio.
Le differenze con il banco ottico sono:
- permettono un solo basculaggio (orizzontale o verticale) e non la combinazione dei due
- la messa a fuoco si fa solo tramite l’elicoide dell’obiettivo che sposta il centro ottico nello spazio.
Tutto ciò complica la ripresa e in alcuni casi la rende impossibile.
La possibilità del banco ottico di basculare ottica e vetro smerigliato su tre gradi di libertà nello spazio permette la combinazione dei movimenti e l’esecuzione di immagini impossibili da ottenere con le altre fotocamere. Ci arriveremo per gradi.
Nel frattempo, se avete un Banco a disposizione fate questi due esercizi.
1 - Un quadro in prospettiva
Mettetevi lateralmente a un quadro, un manifesto o la parete di una stanza e inquadrate in diagonale, in modo da avere delle belle linee di fuga prospettiche.
Individuate il punto in cui l’asse ottico attraversa il piano del soggetto (cercate di trovarlo mentalmente, non a tentativi con la messa a fuoco).
Mettete a fuoco e verificate se avevate intuito correttamente il punto di intersezione fra l’asse ottico e la parete. Allenarsi a visualizzare i piani e le posizioni di intersezione nello spazio è importante. Fotografare con il Banco è prima di tutto un atto mentale. Questo allenamento ci servirà per risolvere alcune situazioni complesse che vedremo in seguito, senza andare per tentativi agendo sui movimenti macchina; come pure per compensare alcune limitazioni di certe fotocamere a visione diretta.
Agite sul basculaggio orizzontale fino ad avere a fuoco tutto il quadro.
Se non va a fuoco perfettamente, ma rimane tutto uniformemente leggermente sfocato, può essere che il vostro obiettivo sia montato sul Banco con il centro ottico più avanti o più indietro rispetto al piano della standarta e alla conseguente posizione dell’asse verticale di rotazione.
In questo caso dovrete agire sulla messa a fuoco spostando l’obiettivo per compensare questa differenza.
Non agite sul basculaggio e neppure sul movimento di traslazione della standarta posteriore, cercate di fare tutto agendo solo sui comandi della standarta anteriore.
2 - Il mosaico o il tappeto
È sostanzialmente lo stesso esercizio, ma da fare inclinando il Banco verso il basso, per fotografare ad esempio il pavimento di una chiesa o di un palazzo nobile.
Lo scopo è avere tutto a fuoco mantenendo le linee di fuga e quindi la prospettiva.
Dovrete ovviamente agire sul comando del basculaggio verticale (rotazione attorno all’asse orizzontale).
Se inquadrate anche un pezzo della parete di sfondo, come ad esempio l’altare se siete in una chiesa o la parete di fondo della stanza, basculando vedrete l’effetto della variazione delle distanze coniugate sull’immagine.
Provate a diaframmare prima e dopo aver basculato.
Osservate le differenze.
Buon lavoro e… buona luce a tutti!
Le precedenti puntate degli experience sul banco ottico sono a questi link:
- Perché il banco ottico è meglio dello smartphone: http://felixspace.eu/experience_dett.asp?id=12
- Il centro del mondo: http://felixspace.eu/experience_dett.asp?id=16
- A fuoco! A fuoco!: http://felixspace.eu/experience_dett.asp?id=22
Link: http://felixspace.eu/experience_dett.asp?id=12
Link: http://felixspace.eu/experience_dett.asp?id=12
Il capitano Theodor Scheimpflug aveva un problema.
Le sue immagini del campo di battaglia, riprese dai palloni aerostatici ai primi del ‘900, erano oblique e il paesaggio veniva riprodotto in prospettiva. Non andavano bene per ricavarne delle mappe precise e usabili.
Così ebbe un’idea: costruire un apparecchio che raddrizzasse otticamente le immagini proiettandole su un piano. Sfruttò, a suo dire, un brevetto di Jules Carpentier, un altro geniale inventore fotografico di quei tempi pionieristici.
Quello che ne uscì potremmo considerarlo come un ingranditore con piani a inclinazione variabile, per l’ottica e la pellicola.
Il sistema permetteva di ottenere il raddrizzamento delle linee prospettiche e di riprodurre la terra come fosse vista in pianta e dall’alto.
Se rivivesse ora e vedesse un drone si cappotterebbe dallo stupore e dall’ammirazione.
Dobbiamo però scindere in due parti la sua genialata nell’applicarla alla ripresa fotografica:
- inclinazione del piano dell’obiettivo
- inclinazione del piano della pellicola
in quanto agire sull’uno o sull’altro è molto diverso, come vedremo nel dettaglio.
Consideriamo per adesso solo l’inclinazione dell’ottica e definiamo il concetto di “basculaggio”.
BASCULARE in fotografia significa FAR RUOTARE UNA STANDARTA ATTORNO A UN ASSE.
Geometricamente consiste nel far ruotare nello spazio un piano attorno a una retta che lo interseca.
Se immaginiamo l’obiettivo come una lente semplice (tipo quella di Sherlock Holmes), esiste un piano che la attraversa e la divide in due e su cui giace il suo diametro esterno. All’intersezione fra questo piano e l’asse ottico si trova il centro ottico, che è il centro di simmetria della lente.
L’obiettivo viene montato sulla piastra porta ottica, che a sua volta viene fissata alla standarta anteriore. Questa ha un movimento meccanico di basculaggio che le permette di ruotare attorno a un asse.
In un Banco l’obiettivo andrebbe montato sulla piastra porta ottica in modo che il piano della lente coincida con il piano della standarta e che gli assi di rotazione della standarta passino per il centro ottico dell’obiettivo. Così, basculando l’ottica, il centro ottico viene sempre a trovarsi su un asse di rotazione e, quindi, non trasla nello spazio. In questo modo il punto di ripresa non viene spostato e non vengono modificate l’inquadratura e la prospettiva.
E l’obiettivo rimane “il centro del mondo”.
Questa rotazione cosa produce?
Inclina il piano dell’obiettivo e, di conseguenza, l’asse ottico nello spazio.
L’asse ottico è l’asse di simmetria dell’obiettivo e determina la costruzione dell’immagine, in rapporto alle distanze coniugate e alla focale, come visto nella scorsa puntata.
Pertanto, se incliniamo l’asse ottico mantenendo i fermi i soggetti e il centro ottico, modifichiamo le distanze coniugate (che sempre si misurano sull’asse ottico).
Poiché un’immagine vale più di mille parole, guardando lo schema qui sopra si vede come possiamo trovare un angolo di inclinazione dell’obiettivo tale da proiettare sul vetro smerigliato le immagini dei tre soggetti tutti contemporaneamente a fuoco.
Questo SENZA AGIRE SUL DIAFRAMMA.
Questa è la grande importanza dell’applicazione della legge di Scheimpflug: mettere a fuoco un piano inclinato di fronte alla fotocamera senza dover diaframmare, quindi senza far intervenire la profondità di campo.
La sua applicazione in pratica è la seguente (fare riferimento ai due schemi, quello della puntata precedente e questo sopra):
- individuiamo un piano inclinato di fronte all’obiettivo
- mettiamo a fuoco il punto in cui il piano interseca l’asse ottico (agendo sulla standarta posteriore)
- basculiamo l’obiettivo fino a quando l’intero piano risulta a fuoco sul vetro smerigliato.
Possiamo usare questo metodo per fotografare una parete in prospettiva, come pure un pavimento.
Nel caso della parete useremo il basculaggio ORIZZONTALE, che fa ruotare l’obiettivo attorno a un asse VERTICALE.
Nel caso del pavimento il basculaggio VERTICALE che fa ruotare l’obiettivo attorno a una asse ORIZZONTALE.
Questa procedura è possibile anche con alcuni obiettivi per le fotocamere piccolo e medio formato, poiché alcuni decentrabili permettono anche il basculaggio.
Le differenze con il banco ottico sono:
- permettono un solo basculaggio (orizzontale o verticale) e non la combinazione dei due
- la messa a fuoco si fa solo tramite l’elicoide dell’obiettivo che sposta il centro ottico nello spazio.
Tutto ciò complica la ripresa e in alcuni casi la rende impossibile.
La possibilità del banco ottico di basculare ottica e vetro smerigliato su tre gradi di libertà nello spazio permette la combinazione dei movimenti e l’esecuzione di immagini impossibili da ottenere con le altre fotocamere. Ci arriveremo per gradi.
Nel frattempo, se avete un Banco a disposizione fate questi due esercizi.
1 - Un quadro in prospettiva
Mettetevi lateralmente a un quadro, un manifesto o la parete di una stanza e inquadrate in diagonale, in modo da avere delle belle linee di fuga prospettiche.
Individuate il punto in cui l’asse ottico attraversa il piano del soggetto (cercate di trovarlo mentalmente, non a tentativi con la messa a fuoco).
Mettete a fuoco e verificate se avevate intuito correttamente il punto di intersezione fra l’asse ottico e la parete. Allenarsi a visualizzare i piani e le posizioni di intersezione nello spazio è importante. Fotografare con il Banco è prima di tutto un atto mentale. Questo allenamento ci servirà per risolvere alcune situazioni complesse che vedremo in seguito, senza andare per tentativi agendo sui movimenti macchina; come pure per compensare alcune limitazioni di certe fotocamere a visione diretta.
Agite sul basculaggio orizzontale fino ad avere a fuoco tutto il quadro.
Se non va a fuoco perfettamente, ma rimane tutto uniformemente leggermente sfocato, può essere che il vostro obiettivo sia montato sul Banco con il centro ottico più avanti o più indietro rispetto al piano della standarta e alla conseguente posizione dell’asse verticale di rotazione.
In questo caso dovrete agire sulla messa a fuoco spostando l’obiettivo per compensare questa differenza.
Non agite sul basculaggio e neppure sul movimento di traslazione della standarta posteriore, cercate di fare tutto agendo solo sui comandi della standarta anteriore.
2 - Il mosaico o il tappeto
È sostanzialmente lo stesso esercizio, ma da fare inclinando il Banco verso il basso, per fotografare ad esempio il pavimento di una chiesa o di un palazzo nobile.
Lo scopo è avere tutto a fuoco mantenendo le linee di fuga e quindi la prospettiva.
Dovrete ovviamente agire sul comando del basculaggio verticale (rotazione attorno all’asse orizzontale).
Se inquadrate anche un pezzo della parete di sfondo, come ad esempio l’altare se siete in una chiesa o la parete di fondo della stanza, basculando vedrete l’effetto della variazione delle distanze coniugate sull’immagine.
Provate a diaframmare prima e dopo aver basculato.
Osservate le differenze.
Buon lavoro e… buona luce a tutti!
Le precedenti puntate degli experience sul banco ottico sono a questi link:
- Perché il banco ottico è meglio dello smartphone: http://felixspace.eu/experience_dett.asp?id=12
- Il centro del mondo: http://felixspace.eu/experience_dett.asp?id=16
- A fuoco! A fuoco!: http://felixspace.eu/experience_dett.asp?id=22
Link: http://felixspace.eu/experience_dett.asp?id=12
Link: http://felixspace.eu/experience_dett.asp?id=12